Fotofobia

É esplosa la primavera!
E si é rivelata con un caldo tale che pare quasi di essere in estate!

Usualmente mi verrebbe da parlarvi di quanto proteggono gli occhiali da sole, ma vorrei fare uno strappo alla "regola".


É normale la sensazione di abbagliamento in presenza di forte luce e costituisce un meccanismo di difesa... Ma quando la luce diventa addirittura insopportabile?

Oggi affrontiamo la fotofobia: ovvero una elevata sensibilitá alla luce.
Quali le causee?
Come gestirle?

Andiamo dunque a percorrere il tragitto della luce da quando entra nell'occhio.
(perdonate piccole inesattezze legate al fatto di cercare di spiegare con parole semplici situazioni complesse)

Lacrima

La prima superficie che incontra la luce non é la cornea ma il film lacrimale.
Non a caso molte dislacrimie e sindromi da occhio secco possono portare ad abbagliamento. La lacrima offre infatti una superficie liscia e riflettente, a differenza della cornea che rappresenta una superficie trasparente ma opaca. Se la luce incontra una lacrima troppo sottile, instabile o che lascia la cornea con zone asciutte, ecco che diventa fastidiosa. La lacrima puó essere destabilizzata da disidratazione, patologie, assunzione di farmaci, fumo e altre mille cause ambientali. Bere molta acqua e una dieta corretta spesso  aiutano nella gestione del film lacrimale; se non fossero sufficienti si puó utilizzare una lacrima artificiale, ma questa dev'essere scelta attentamente in funzione delle anomalie della lacrima che si prende in considerazione.

Cornea 

Superata la lacrima troviamo la cornea che dev'essere trasparente.
Edemi corneali (causati spesso da un uso eccessivo di lenti a contatto), cicatrici e patologie che ne riducono la trasparenza. Le zone opache diffraggono (spero di aver coniugato bene) la luce e trasformano un punto luminoso in un'area ampia generando abbagliamento. Sono situazione rare ma vanno tenute in considerazione e possono essere valutate con l'osservazione tramite lampada a fessura. In assenza di patologie (come la cheratite) a volte é sufficiente qualche piccolo cambio di abitudine per risolvere il problema.

Cristallino

Addentrandosi ulteriormente la luce incontra il cristallino. Opacizzazioni del cristallino (ad esempio la cataratta) generano anch'essi fenomeni di diffrazione e si palesano di solito in etá comprese tra 60 e 80 anni. Si puó cercare di tamponare con lenti scure ma l'unica soluzione realmente valida in questi casi é la chirurgia, ovvero l'asportazione del cristallino naturale e la sostituzione con uno artificiale.

Retina

Superato il cristallino la luce arriva alla retina. Le immagini proiettate sulla superficie retinica stimolano i fotorecettori che inviano un segnale al cervello dove prende forma una immagine mentale. Ogni volta che un fotorecettore viene colpito dalla luce consuma un po'della sua "carica"... ma se questi vengono ricaricati troppo lentamente ecco che la luce ci da fastidio (tenete presente il meccanismo é piú complesso, questa é una versione molto semplificata di quel che accade). Se non vi sono problemi di microcircolazione capillare dovrebbe essere sufficiente l'uso di un integratore vitaminico (ad esempio il Miopex). É una situazione diffusa anche nei post-interventi di cataratta, dove molte volte la retina non é piú abituata a gestire tutta la luce che un cristallino trasparente lascia passare.

Vitreo

Non dobbiamo scordare che la luce, lungo tutto il suo percorso attraversa l'umor vitreo. Anche l'elevata presenza di miodesopsie (le potreste notare ad esempio osservando un cielo azzurro) puó dare abbagliamento. La prima indicazione é di bere molta acqua, perché spesso é indice del fatto che ne beviamo poca; qual'ora non fosse una problematica di bassa idratazione, anche in questo caso, puó diventare utile un integratore (come l'Optovitreox).

Pigmentazione

Infine prendiamo in considerazione le pareti interne dell'occhio. Questo deve funzionare come una camera oscura e la ridotta pigmentazione o l'assenza di melanina non lo permetterebbero. in questi casi ci si trova di fronte a situazioni particolari e spesso sistemiche come ad esempio l 'albinismo. in questi casi l'unica cosa che possiamo fare é sottrarre luce, in particolar modo le frequenze HEV (High Energy Visible light) che rimbalzerebbero all'interno dell'occchio. 

Conclusioni

Escluse la cause patologiche (che necessitano della diagnosi e terapie gestite da un medico) possiamo notare come la fotofobia puó talvolta essere gestita o risolta con poche accortezze.
É comunque una buona norma fare visite oculistiche regolari per escludere patologie, fare prevenzione e per valutare eventuali integratori da utilizzare (non sono farmaci, ma é meglio evitare il "fai da te" quando si parla di salute).

In tutti i casi sopracitati abbassare l'intensitá luminosa con lenti scure rimane comunque una pratica corretta ma non dovrebbe escludere una analisi piú approfondita per una migliore gestione del problema.

Una buona protezione dai raggi UV é comunque sempre consigliabile, anche in assenza di fotofobia.

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