Utopia delle misurazioni visive assolute

Ottobre é il mese della prevenzione.
Molte persone quindi si recheranno presso i centri ottici chiedendo la classica visita gratuita.

Piú volte nei commenti, persone che in un breve periodo hanno fatto diverse misurazioni, mi hanno chiesto quale fosse la misurazione giusta di quelle che erano state fatte.
La risposta potrebbe essere: tutte e nessuna.

Le misurazioni della vista assolute sono una utopia.

Nel titolo ho inserito un paio di parole molto interessanti: utopia e assolute.

Una utopia in quanto si cerca di separare le diverse abilitá visive analizzandole una ad una... ma ditemi: quand'é  che vi siete trovati, nella vita di tutti i giorni, ad osservare delle immagini in bianco e nero con luminositá e contrasti perfettamente controllati? Mai. A meno che nella vita non facciate gli ottici. É un test per valutare l'acuitá visiva ed é importante nella valutazione di tutti gli elementi, ma rispecchia solo la misurazione di quella particolare caratteristica; insomma, non é la vita reale!
Affermare che non siano assolute (dal latino ab + solutus, ovvero "sciolto da", indipendente da fattori esterni) significa che non puó esistere una misurazione univoca e incondizionata da variabili che non possiamo controllare.

Questo significa che se ripetiamo una misurazione piú e piú volte in un breve periodo, potremmo trovare sempre valori leggermente differenti.
Ma andiamo con ordine; la misurazione della vista si divide in tre grandi parti:
  • anamnesi
  • misurazioni soggettive
  • misurazioni oggettive
Le misurazioni oggettive sono quelle fatte dal professionista:
  • retinoscopia
  • distanza interpupillare
  • curvatura corneale
  • ecc..

Le misurazioni soggettive invece sono quelle che coinvolgono il paziente con delle domande ai test visivi:
  • "mi legga questa lettera"
  • "vede meglio sul quadrante rosso o sul verde"
  • "mi dica stop quando le due linee le appaiono allineate"
  • ecc...

L'anamnesi viene fatta all'inizio ma si protrae con il dialogo: é composta dalle domande sulle difficoltá visive, lo stile di vita e continua durante l'esecuzione di tutti gli esami.

Come accennato prima, i test in sala refrazione non sono peró come la vita reale: Sono esami fatti da seduti con il capo diritto, allineato al bersaglio e con una illuminazione controllata. Si tratta di condizioni necessarie per ottenere la ripetibilitá dell'esame (fondamentale per il confronto con esami precedenti).

Non é quindi detto che siano le condizioni della quotidianitá personale.
Un autista di autobus ha delle richieste visive e delle condizioni ambientali diverse da quelle di un impiegato e da quelle di un contandino o di uno studente.

Il tempo e lo sforzo

Una volta chiarito che siam tutti diversi e usiamo gli occhi in modo differente (motivo per cui l'anamnesi assume una importanza notevole) dobbiamo tenere in considerazione che l'occhio non é immutabile nel tempo: basti pensare al cristallino, mosso dal corpo ciliare, ci permette di mettere a fuoco oggetti a diverse distanze. Dopo una giornata stressante anche il corpo ciliare potrebbe risultare stanco e reagire in modo leggermente differente.
Non temete comunque: il professionista fará di tutto per indurre un rilassamento del cristallino ed ottenere i valori piú precisi possibile.
 

Il professionista

Diversi professionisti, siano essi oftalmologi o optometristi, hanno alle spalle studi ed esperienze differenti... E con esse diversi metodi di approccio al medesimo problema.

Facciamo un esempio!

Di fronte ad una misurazione oggettiva di un astigmatismo di -0,25 a 170 gradi potrei optare per diverse soluzioni.
  • prescrizione neutra (nel caso che il -0,25 non influisca nella visione binoculare)
  • correzione uguale alla misurazione: -0,25 ax170 (allo scopo generare la massima acuitá visiva)
  • correzione di -0,25 posto in asse a 180 (per mantenere l'aspect-ratio dell'immagine)
Quale di queste correzioni é quella giusta? Come si diceva all'inizio tutte e nessuna. Ognuna di queste scelte segue una differente corrente di pensiero; tutte mirate al benessere visivo a lungo termine e nessuna delle quali dovrebbe causare danni.
Vanno tenute in considerazione abitudini e stile di vita.

A chi mi rivolgo per delle misurazioni?

Scegliete un professionista di cui vi fidate, che vi parla e fa domande, le cui prescrizioni risolvono i vostri problemi visivi. E una volta che l'avete trovato non mollatelo.
Fidatevi del vostro istinto.

Ricordate che stiamo parlando di correzione e diottrie... per le diagnosi, patologie e terapie solo il medico oftalmologo é la figura professionale a cui ci si deve rivolgere.

E se non vi trovate bene potete cambiarli.
Dal piccolo della mia esperienza personale sono molti di piú gli ottici, gli optometristi e gli oculisti che sanno fare bene il loro lavoro di quelli che non lo sanno fare!
Sceglieteli col cuore.

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